Gli animali delle Dolomiti
Chi non ha presente l’immagine di Bambi, così carino, simpatico ed indifeso! Beh, non è difficile in primavera scorgere cuccioli soli soletti tra l’erba alta o nel fitto del bosco accucciati e ancora incapaci di muoversi spediti. Non sono stati abbandonati dalla loro mamma, lei si è allontanata in cerca di cibo e tornerà presto per allattarli. Fanno una gran tenerezza e non bisogna lasciarsi vincere dal desiderio di soccorrerli o di accarezzarli. Loro stanno bene: nei primi giorni di vita questo comportamento istintivo li mette al riparo dal rischio di essere predati, ma se li tocchiamo, lasciamo loro addosso il nostro odore e la madre può non riconoscerli più e, allora sì, abbandonarli.
Degli animali si possono però seguire le tracce, ed è sempre una scoperta: se troviamo delle nocciole, guardiamo subito se c’è un bel buco centrale. E’ stato allora un picchio rosso; c’è un piccolo foro con i segni degli incisivi? Il goloso è un topo selvatico. Se ci troviamo ad una quota più alta, potremmo sentire il fischio della marmotta che avvisa le compagne del nostro arrivo: il suono sarà singolo. Se invece fosse a ripetizione, avvisa che c’è un predatore nell’aria, probabilmente un’aquila o un falchetto.
Le pigne ci raccontano se i pinoli sono stati mangiati da uno scoiattolo, nel qual caso rimangono con solo un ciuffo di squame sulla parte apicale, oppure da un topolino, che invece le rosicchia dall’inizio alla fine.
Gli alberi sono invece testimoni del passaggio degli ungulati: gli esemplari maschi di cervi e caprioli scortecciano i tronchi sfregando i loro palchi (le maestose corna) per marcare il territorio. La lepre invece rosicchia i teneri tronchi alla ricerca di nutrimento, soprattutto in inverno.
Insomma, la natura è un libro aperto, in cui noi possiamo entrare e leggere: facciamolo però sempre in punta di piedi!